domenica 3 marzo 2013

Quel davide di nome Grillo.

Grillo un clown?
Quando i nostri nipoti leggeranno i libri di storia, dei vari Bersani non ci sarà più traccia.
Beppe Grillo sarà ricordato, invece, come il fautore della rivoluzione pacifica che trasformò gli italiani da sudditi in cittadini.
Che li rese consapevoli che ognuno vale uno.

I giganti della politica odierna, dall'alto del loro potere ben radicato nei gangli del Palazzo; e fruendo di miliardi di euro sottratti con sotterfugi al popolo italiano; e forti dei media di cui si avvalgono, pensavano di continuare a disporre della cosa pubblica a loro piacimento, come avevano sempre fatto.

Ma venne un davide di nome Grillo, che, armato solo di fionda, li abbatté ad uno ad uno...

Dei nomi che girano in questi giorni sui giornali: capi coalizione, presidenti in pre-pensionamento, cavalli di razza già rottamati dai loro stessi seguaci, non rimarrà nulla sui testi scolastici.

Si parlerà invece di quel clown che, volendo conferire coi siciliani e indispettito del cronico ritardo dei traghetti, attraversò lo Stretto a nuoto.

Pochi hanno intuito la portata simbolica di quel gesto. Nessuno fra i politici.

In Sicilia non amano che qualcuno (specie se proveniente da Quarto, o su di lì) sbarchi a Marsala e riappioppi un'altra fregatura al popolo isolano.

Avrebbero guardato con legittima diffidenza a quell'ennesimo politico che arrivava a dispensar promesse e poi a sparir di nuovo.

Ma quel Davide di nome Grillo ebbe l'originalità, ebbe la capacità, ebbe l'umiltà, propria solo dei grandi, di presentarsi ai siciliani a nuoto.

Si mostrò loro, lasciando che il suo gesto dicesse per lui: non sono un forestiero contaballe. Sono un uomo di mare, come voi. Sono un uomo. Come voi. 

Non fu certo per quel gesto che i siciliani votarono in massa per il M5S. Ma quel gesto squarciò la diffidenza nei confronti di colui che si metteva in gioco in prima persona, e predispose gli animi ad ascoltare ciò che aveva da dire quell'uomo che meritava, se non altro, rispetto.

Ed ascoltandolo, gli abitanti di Sicilia allora, il resto del popolo italiano mesi dopo, non potevano che innamorarsi di quel modo nuovo di concepire la politica.

Siamo cittadini. Siamo il Popolo italiano. Siamo i sovrani della Repubblica.
Chi ci governa è un nostro dipendente, assunto da noi per fare i nostri interessi.
Se non ne è all'altezza, lo mandiamo a casa.